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Rapporto Aifa: aumenta l’uso di antibiotici in Italia

Il report “L’uso degli antibiotici in Italia – 2022” dell’Aifa ha evidenziato un incremento del 25% dei consumi rispetto al 2021, con differenze significative tra Nord e Sud.

L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha pubblicato il report “L’uso degli antibiotici in Italia – 2022”, curato dall’Osservatorio nazionale sull’impiego dei medicinali (Osmed). Il documento ha messo in luce il preoccupante aumento del consumo di antibiotici nel nostro Paese, con oltre 3 cittadini su 10 che hanno ricevuto almeno una prescrizione nel corso del 2022. La prevalenza d’uso cresce con l’avanzare dell’età, raggiungendo il 60% negli over 85. Rispetto al 2021, si è registrato un incremento dei consumi del 25%, tendenza che si conferma anche nel primo semestre del 2023.

Differenze regionali e costi per il Servizio sanitario nazionale

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Il Rapporto evidenzia differenze tra le regioni italiane, con livelli di consumo superiori al Sud rispetto al Nord (24,4 vs 18,7 Ddd/1000 abitanti die). Queste disparità si riflettono anche sulla spesa, con il Sud che presenta un costo medio per Ddd pari a 1,90 euro, superiore sia a quello del Nord (1,58 euro) che alla media nazionale (1,75 euro). Complessivamente, il 76% delle dosi utilizzate è stato erogato dal Servizio sanitario nazionale (Ssn).

Criticità nell’uso degli antibiotici

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L’analisi condotta dall’Aifa mette in luce alcune criticità nell’uso degli antibiotici in Italia. In particolare, si osserva un peggioramento del rapporto tra il consumo di antibiotici ad ampio spettro rispetto a quelli a spettro ristretto, passato dall’11,0 del 2019 al 13,6 del 2022. Questo dato indica un ricorso eccessivo a molecole ad ampio spettro, che hanno un maggiore impatto sulle resistenze antibiotiche. Anche in ambito ospedaliero si registra un aumento della proporzione del consumo di antibiotici ad ampio spettro e/o di ultima linea sul totale del consumo ospedaliero, collocando l’Italia ben al di sopra della media europea (53,9% vs 37,6%). È utile ricordare che il consiglio del farmacista non intende sostituire il consulto con il medico curante. Se la problematica presentata dovesse perdurare, è necessario contattare il proprio medico di base o lo specialista di riferimento.

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