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Quanta fatica prendere decisioni

Ogni giorno il nostro cervello prende più di 35.000 decisioni, afferma la professoressa Eva Krockow dell’Università di Leicester, Regno Unito.

Cosa mangiare a colazione, quali abiti indossare prima di uscire, come risolvere problemi di lavoro, solo per citare alcuni esempi. E a fine giornata, se siamo a pezzi, è probabile che una delle cause sia proprio il cosiddetto affaticamento decisionale. Si tratta di quella fatica che si prova quando prendere decisioni diventa estenuante, opprimente, al di là della complessità delle scelte da fare o, viceversa, della loro eventuale banalità, afferma Lynn Bufka, direttrice esecutiva associata dell’American Psycological Association. Basti pensare anche solo agli ultimi due anni, quelli terribili della pandemia da COVID-19. Alle persone è stato detto che non c’era bisogno di indossare mascherine protettive, poi che dovevano indossare, poi che ne dovevano indossare di determinate tipologie, poi he andavano indossate obbligatoriamente in luoghi specifici.

Prendere continuamente decisioni simili, riadattarle in base alle indicazioni ricevute, e farlo quotidianamente fino alla prossima disposizione di legge, richiede uno sforzo mentale che va a sommarsi a – e a complicare – quello compiuto abitualmente nella gestione di altre scelte quotidiane, comprese quelle impreviste. Provare affaticamento decisionale può compromettere il proprio giudizio e incoraggiare a prendere decisioni frettolosamente o addirittura a evitare di prenderle. “Le persone temono di prendere decisioni di cui poi si pentiranno solo perché non hanno pensato con la dovuta calma a tutte le opzioni ma hanno scelto d’impulso o, per comodità, hanno considerato un’opzione predefinita”, ha affermato Grant Pignatiello, istruttore e studioso di ricerca clinica KL2 presso la Case Western Reserve University di Cleveland. Come si riconosce l’affaticamento decisionale? In base ad alcuni segnali ai quali prestare attenzione.

Ad esempio, se ci si sente particolarmente irritabili e si affrontano con maggiore difficoltà situazioni altrimenti gestite più serenamente, allora si potrebbero accusare i sintomi del famigerato affaticamento decisionale. Oppure, il lamentarsi di scelte che normalmente si sarebbero fatte ad occhi chiusi, può rivelare un affaticamento decisionale latente. Uno dei modi migliori per ridurre questo tipo di sovraccarico mentale è quello di automatizzare una serie di decisioni quotidiane. Non è un caso, ad esempio, se alcuni amministratori delegati indossino sempre lo stesso modello d’abito o lo stesso outfit tutti i giorni, quasi che il loro guardaroba sia composto esclusivamente di quei capi tutti uguali, ormai diventati una sorta di divisa. Quando si prendono molte decisioni ogni giorno, decisioni che impattano profondamente sulla vita di altre persone, allora bisogna assicurarsi di avere a propria disposizione tutte le risorse disponibili per fare quelle scelte nel modo più lucido e ponderato possibile, ha spiegato Pignatiello.

Dunque alcune scelte meno importanti di altre, come quella di “cosa indossare al mattino per andare al lavoro” possono tranquillamente essere “automatizzate”. Altro metodo per ridurre la fatica di decidere è quello di anticipare i tempi ad alto tasso di concentrazione cognitiva ed emotiva allo scopo di diminuire il numero di decisioni da prendere in quel determinato periodo. Meglio prendere alcune decisioni in anticipo oppure delegarle a qualcun altro per tempo. Ancora, se si convive con qualcuno, dividersi i compiti, le cose da fare, aiuta a ridurre il carico decisionale sul proprio cervello. E anche queste decisioni “strategiche” per arginare l’affaticamento decisionale dovrebbero essere prese – a maggiore ragione – gradualmente, senza caricare di ulteriore stress mentale ed emotivo la vita di ogni giorno.

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