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Le sigarette elettroniche fanno male?

Che impatto hanno le sigarette elettroniche sull’organismo? La risposta in questo articolo.

Una sigaretta elettronica (in inglese e-cigarette, abbreviata e-cig) è un dispositivo che consente di inspirare vapore contenente dai 6 ai 20 mg di nicotina miscelata ad acqua, glicole propilenico, glicerolo e altre sostanze fra cui gli aromatizzanti. Il gesto di fumare una sigaretta elettronica – in gergo “svapare” – supplisce almeno in parte al rito di fumare una sigaretta tradizionale: da un lato si assume un certo quantitativo di nicotina, dall’altro non si rinuncia all’abitudine tattile di tenere tra le dita una pseudo-sigaretta, di sentire un certo odore nel farlo (spesso aromatizzato), di guastarne una sorta di sapore più o meno gradevole al palato.

La sigaretta elettronica fa male alla salute? Nell’aprile 2021 si è pronunciato in merito il Comitato scientifico della Commissione Europea, incaricato di valutare i rischi sanitari emergenti. Circa i danni alla salute che le sigarette elettroniche potrebbe provocare risulta moderato il rischio di complicazioni alle vie respiratorie locali ma in crescita, seppur moderate, le ripercussioni sul sistema cardiovascolare. Nondimeno appaiono limitate le probabilità di sviluppare malattie respiratorie cancerogene, ma forti segnali dimostrano che nel lungo periodo cresce il rischio di avvelenamento e di lesioni alle vie aeree.

Anche il fumo passivo da sigaretta elettronica produce effetti sulla nostra salute. Per esempio, le sigarette elettroniche stanno iniziando i giovani al tabagismo e il fumo aromatizzato, anche se percepito passivamente, invoglia e incentiva a fumare. Viceversa, scarse le prove dell’efficacia delle sigarette elettroniche nel supportare coloro che stanno tentando di smettere di fumare sigarette tradizionali.

L’Istat ha raccolto alcuni dati sull’utilizzo delle sigarette elettroniche dal 2014, registrandone il consumo dai 14 anni in su. Nel 2020 a fumare sigarette elettroniche è meno del 2,4% della popolazione (3% uomini; 1,9% donne). Fra il 2014 e il 2019 il tasso di popolazione che fuma sigarette elettroniche è passato dall’1,5% al 2,4%. Anche il centro di raccolta dati “Sorveglianza Passi” dell’Istituto Superiore di Sanità si è occupato della diffusione della sigaretta elettronica in Italia. Ha registrato che a fumarla sono soprattutto giovani tra i 18 e i 24 anni, per una fetta di popolazione pari a meno del 4%.

La Global Youth Tobacco Survey, un’indagine globale promossa dall’OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità sull’uso del tabacco fra gli studenti dai 13 ai 15 anni, ha rilevato che sono aumentati più del doppio i giovani che fumano sigarette elettroniche: 0% nel 2010; 8,4% nel 2014; 17,5% nel 2018. Sono soprattutto i ragazzi a farne uso (21,9%) rispetto alle ragazze (12,8%). Quasi triplicati coloro che fumano soltanto sigarette elettroniche (e non anche quelle tradizionali): 2,9% nel 2014; 8,2% nel 2018. Il 76% degli adolescenti (13-15 anni) afferma di poter facilmente acquistare le sigarette elettroniche, sebbene la vendita sia vietata ai minorenni.

Infine, le sigarette elettroniche inquinano? Tutte le sigarette sono dannose per l’ambiente, anche quelle elettroniche, dato che contengono entrambe sostanze inquinanti come l’arsenico, la formaldeide e il piombo. Inoltre, gli involucri delle sigarette elettroniche sono fatti con materiali non biodegradabili, così come le cartucce e i contenitori del liquido di ricarica, non riciclabili.

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